Ascoltati, impara a conoscerti e divertiti
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Ascoltati, impara a conoscerti e divertiti

6/20/2024

Queste sono le tre regole fondamentali che a mio parere bisogna seguire quando si comincia a correre. Ma anche dopo, quando si corre abitualmente. A dire il vero restano valide anche quando si corre a qualsiasi livello, che sia amatoriale o competitivo.

Quando cominci l’attività podistica devi imparare ad ascoltare il tuo corpo. Infatti agli inizi ti manderà segnali contraddittori e, se proprio vuoi saperlo, spesso ti suggerirà di lasciar perdere con la corsa. Ti sembrerà di non farcela, te lo dico per esperienza. Dovrai armarti di tanta pazienza, non mollare mai e arrivare a conoscere dove finiscono le tue reali potenzialità. Una volta che hai piena consapevolezza di quali siano i tuoi limiti puoi anche provare a superarli.


A volte ti riuscirà, a volte molto meno, a volte per nulla. L’importante è provarci, perché questo è un buon modo per poter davvero essere cosciente di quale linea di demarcazione non dovrai mai superare. Perché il provare a superare i propri limiti ti consente di sapere quali siano effettivamente questi limiti, e una volta che lo saprai potrai essere più libero di correre in modo consapevole ma, soprattutto, di arrivare a divertirti davvero.
114 Il Maratoneta e l’Oscuro Passeggero

La Corsa mi Toglie la Nebbia dal Cuore

Che poi alla fine di questo si tratta in fondo, di divertirsi nel fare una cosa che ti piace. Se non ti diverti o dovesse diventare un peso, creandoti difficoltà e disagi, a quel punto ti conviene lasciare davvero perdere e passare ad altro. Va bene voler migliorare le proprie prestazioni e raggiungere risultati sempre più ambiziosi, ma questo non deve andare a discapito del tuo stare bene quando fai quello che stai facendo.

E questo, a mio parere, deve valere tanto per la corsa, quanto per il lavoro o per qualsiasi altra attività una persona intenda o desideri intraprendere. Io personalmente nel momento in cui ho scoperto quali erano i miei limiti nella corsa ho imparato a rispettarli e da quel momento ogni gara o competizione è stata sì andare incontro alla fatica, ma anche andare incontro a tanto divertimento e soddisfazione.
Ora mi permetto di condividere con te qualche dritta proprio in merito alla capacità di correre e alle tre fasi che si susseguono per arrivare a svolgere quest’attività in modo soddisfacente.


La PRIMA fase è quella più difficile e critica, quella in cui spesso si decide di mollare il colpo e lasciar perdere, perché si tratta di quella fase nella quale prevale soprattutto la fatica a discapito del divertimento.
Ti sarà capitato, no? È capitato a tutti di dover correre per qualche motivo, magari senza essere sufficientemente allenati, e accorgersi che a un certo punto il respiro viene meno, il corpo sembra farsi sempre più pesante, le gambe paiono non reggere il peso e cominciano i primi dolori addominali arrivando così a percepire quella sgradevole sensazione che porta a essere praticamente sicuri non potercela fare, di non arrivare alla fine di quella corsa.

Se resisti alla prima fase, ossia quella della fatica, poi passi alla SECONDA che è la fase dell’autogestione, che arriva quando cominci a essere allenato sul serio, quando riesci a sentire il tuo corpo e le sue reazioni. Mentre sei impegnato in questa fase puoi correre tenendo a bada la fatica e godendoti il puro piacere semplicemente di correre, arrivando persino ad ammirare il panorama che ti circonda.


Infine arriva la TERZA fase, quella che io definisco mistica, ovvero quando arrivi a correre in modo totalmente automatico, condizione grazie alla quale il tuo cervello è libero di ragionare e di pensare senza doversi concentrare sulla specifica attività che stai svolgendo, ovvero la corsa, prova ne sia che ormai io sono talmente abituato che corro senza nemmeno più avere con me l’orologio.

È la fase che io preferisco, quella che mi toglie la nebbia dal cuore e durante la quale mi faceva spesso compagnia il mio Oscuro Passeggero. E a proposito di correre senza orologio posso dire che io ormai non calcolo più il tempo perché per me la corsa non è una questione di risultati cronometrici, al contrario di quanto pensano invece la maggior parte dei maratoneti. Io la vedo come una sorta di esperienza mistica e come ogni esperienza che va oltre la pura materialità non può essere ingabbiata né tanto meno limitata da orari o tempistiche prestabilite.


Sarà stato anche per quest’aspetto, per la reale possibilità di trascendere dal quotidiano, che proprio in questa fase della corsa mi ritrovavo sovente a intrattenere intense conversazioni con il mio Oscuro Passeggero.