Il valore dell’esperienza pratica in un mondo che si evolve al contrario
Sempre più aziende licenziano giovani della Generazione Z e dichiarano insoddisfazione verso i nuovi laureati. L’Italia si trova in una fase di “evoluzione inversa”, dove il lavoro e l’educazione sembrano disallineati.
Le nuove generazioni e le aspettative del mondo del lavoro
I dati parlano chiaro: molti giovani, soprattutto appartenenti alla Generazione Z, sono in difficoltà nel mondo del lavoro. Secondo un sondaggio di Intelligent.com, il 60% delle aziende statunitensi ha licenziato neolaureati quest'anno, e il 75% ha definito questi nuovi dipendenti insoddisfacenti. Cosa sta succedendo?
Ci sono diversi motivi, spesso legati alla percezione di scarsa professionalità e alla mancanza di competenze pratiche. Tra i principali problemi segnalati dalle aziende troviamo:
- Scarsa motivazione o iniziativa
- Mancanza di capacità organizzative e di comunicazione
- Difficoltà a gestire feedback
- Scarse capacità di problem-solving
- Poca esperienza pratica
Questi giovani, a loro volta, spesso danno la priorità a valori diversi rispetto alle generazioni precedenti: per il 66% è essenziale che il lavoro rifletta le proprie passioni, e per l’80% la flessibilità è un requisito fondamentale, sia in termini di orari sia di location. Questo divario di aspettative tra datori di lavoro e giovani lavoratori è uno dei motivi per cui i rapporti professionali tendono a diventare fragili.
L’università della vita: una strada alternativa
Non tutti i percorsi passano attraverso le aule universitarie. Alcuni professionisti, infatti, hanno intrapreso cammini differenti e sono riusciti a costruirsi una carriera di successo grazie all’esperienza pratica. Ad esempio, io ho iniziato a lavorare come operaio metalmeccanico e negli anni, sono riuscito a creare la mia agenzia digital, crescendo grazie alla “università della vita.” Lo racconto nel mio libro IL MARATINETA E L'OSCURO PASSEGGERO.
Questa esperienza sul campo miha portato vantaggi significativi, perché mi ha permesso di acquisire competenze pratiche e adattabili, difficili da insegnare in un contesto accademico. La “laurea” in esperienza pratica offre spesso:
- Capacità di problem-solving sviluppate sul campo
- Attitudine a lavorare in team e gestire conflitti
- Flessibilità e adattabilità
- Conoscenze tecniche acquisite in modo diretto
- Sviluppo di una forte etica del lavoro e di resilienza
In un sistema in cui il mondo accademico a volte non prepara abbastanza ai cambiamenti rapidi del mercato, l’esperienza sul campo si rivela un vantaggio competitivo.
Il futuro della formazione e la sfida di un’Italia che evolve al contrario
La situazione italiana presenta particolari sfide. Mentre i giovani laureati cercano di entrare nel mercato del lavoro, molte aziende lamentano che non sono adeguatamente formati per affrontare il mondo reale. Questo fenomeno è parte di un’evoluzione inversa, in cui il nostro sistema educativo sembra distaccato dalle necessità del mercato. La domanda fondamentale è: come può un paese progredire se i giovani che investono anni negli studi non sono preparati per il mondo del lavoro?
Le soluzioni possibili includono:
- Integrare esperienze pratiche e stage reali durante i percorsi universitari
- Favorire un dialogo costante tra università e aziende per capire quali competenze sono richieste
- Valorizzare percorsi alternativi all’università, come gli istituti tecnici o le scuole professionali
- Promuovere una mentalità imprenditoriale che aiuti i giovani a creare il proprio lavoro
- Incentivare l’aggiornamento continuo, anche per i professionisti più esperti
Se l’Italia vuole evolversi e mantenere il passo con i cambiamenti del mondo, è essenziale costruire un sistema formativo che supporti le nuove generazioni, preparandole davvero per il futuro.
Ognuno ha il suo percorso, ma tutti abbiamo un obiettivo comune: costruire un futuro migliore.