Intelligenza artificiale: memoria infinita e il futuro delle decisioni
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Intelligenza artificiale: memoria infinita e il futuro delle decisioni

11/20/2024

L’intelligenza artificiale evolve: presto non solo penserà, ma agirà per noi. Queste sono innovazioni cambieranno le nostre vite, tra opportunità e sfide.

Memoria infinita: un’arma a doppio taglio

L’arrivo della “memoria infinita” nell’intelligenza artificiale segna una svolta epocale. Entro il 2025, strumenti come ChatGPT ricorderanno ogni interazione, trasformandosi in veri e propri archivi personali. Questo significa avere un consulente sempre pronto, capace di fornirci risposte personalizzate basate sul nostro storico, senza necessità di spiegazioni reiterate​(testo).

Pensiamo al medico di base che conosce la nostra storia clinica: un’intelligenza artificiale dotata di memoria potrebbe fare lo stesso, aiutandoci a evitare errori e a prendere decisioni migliori.

Tuttavia, questa capacità solleva interrogativi critici sulla privacy. Consegnare la propria vita digitale a un’entità che opera su regole internazionali spesso poco allineate a quelle europee può essere rischioso. La chiave sarà trovare un equilibrio tra innovazione e tutela dei dati.

Operator e il salto nell’esecuzione

OpenAI annuncia “Operator”, un agente artificiale progettato per agire in autonomia.

Non solo fornirà consigli, ma eseguirà azioni complesse come prenotazioni, pagamenti e persino scrittura di codice​(testo). Questa evoluzione riduce drasticamente la frizione tra pensiero e azione, posizionando l’A.I. come assistente operativo.

Ma il vero potenziale risiede nella sua capacità di gestire processi ripetitivi, liberando tempo per attività a più alto valore aggiunto. Non sorprende che anche Google e Anthropic stiano lavorando su soluzioni simili, destinando questa tecnologia a diventare un nuovo standard. La domanda non è se la adotteremo, ma come gestiremo l’inevitabile dipendenza da strumenti così performanti.

Surfare sul cambiamento

Come Alessandro Baricco scrive ne I Barbari, il cambiamento non si combatte: si cavalca.

La trasformazione dell’intelligenza artificiale è un’occasione per abbracciare un nuovo paradigma senza rimanere ancorati alle vecchie convinzioni. Il mio approccio da consulente digitale si ispira a questo principio: “A.I. or die”. Solo accogliendo le mutazioni, possiamo rimanere rilevanti e innovativi. Che si tratti di strategie digitali o di strumenti A.I., il futuro appartiene a chi sa surfare, non a chi si arena nella paura del nuovo.

L’intelligenza artificiale non è una minaccia, ma una mutazione che dobbiamo abbracciare. Nel mio libro Il Maratoneta e l’Oscuro Passeggero, racconto come il cambiamento sia una costante, da accogliere per crescere.

Grazie degli spunti a Monty